Lèngoa Zeneize

Parolle Zeneixi


Post 25 gennaio 2018

Il Genovese e' una lingua sconosciuta? Lo capite ma non lo sapete scrivere? La nonna lo parla e voi non capite un'acca?abbiamo lo strumento che fa per voi. Ecco che cosa si sono inventati dei simpatici conterranei con un po' di ironia!



Post 21 gennaio 2018

Il "treuggiu" (trogolo) è il termine con cui si indica una vasca in genere di forma quadrangolare, realizzata in legno, pietra o mattoni, per lavare indumenti . Il lavoro delle "bugaixe" (lavandaie) era pesante e faticoso, poiché la posizione scomoda e l'acqua fredda d'inverno spaccavano loro mani e schiena, questo però non gli impediva certo di fare "caeti" (pettegolezzi), o "rattelle" (liti).



Post 3 gennaio 2018

Camallo, rebellö e scösâ.

"Camallo" come molti altri termini del dialetto, venne mutuato dall'arabo, dove "ḥammāl" significa "facchino", "portatore". Per il trasporto su carrello il termine è rebellâ, appunto da rebellö, carretto con ruote.

I termini camallo e rebellö hanno assunto nel tempo anche una valenza metaforica per intendere persone dai modi non propriamente fini, o trasandate nel vestire o nel parlare.

Il termine scösâ significa in genovese grembiule. Con l'espressione scösalin da camallo si intendeva identificare il gonnello blu indossato dai camalli sin dal medioevo, di tela di jeans, tessuto tipicamente genovese. In realta' lo scöselin era portato dai caravana e non dai camalli. I caravana erano i facchini ammessi dalla dogana ad operare negli appositi siti "franchi" ove la merce sostava in franchigia daziaria.



Post 18 novembre 2017

Per chi ama approfondire la storia della lingua ligure segnaliamo il libro di Fiorenzo Toso:
Le parlate liguri della Provenza. Il dialetto "figun" tra storia e memoria.
Fiorenzo Toso, dialettologo specialista dell'area ligure e dei dialetti «esportati» al di fuori della regione, ha compiuto un lavoro di ricerca che, prendendo le mosse da un'attenta ricostruzione degli avvenimenti storici, si è incentrato sulla descrizione di quella che fu per lungo tempo, dal punto di vista geografico, la varietà italoromanza parlata più a occidente: il suo volume è l’unica monografia dedicata a questo singolare e poco noto episodio.
La puntuale disamina dei materiali disponibili ha consentito a Toso, anzitutto, di individuare con precisione l'area d'origine dei coloni quattrocenteschi, spostandola più a oriente di quanto abitualmente si riteneva, e di trarre alcune conclusioni interessanti sulla storia linguistica della Liguria di Ponente in età tardo medievale, di cui le superstiti testimonianze del dialetto «figon» hanno rappresentato una preziosa testimonianza.
(Fonte: Treccani)



Post 17 ottobre 2017

Trattato stipulato tra Genova e i Tartari nel 1380 a testimonianza di un uso internazionale del genovese, nel caso specifico a Caffa in Crimea.
Il genovese era la lingua Comune degli europei di Caffa e del territorio circostante. L'uso del ligure in Crimea era così radicato che una parte della topografia urbana di Caffa riprendeva addirittura i nomi di luoghi genovesi come un certo "Borgo de Besagno"
Il documento originale è visibile alla mostra presso l'archivio di stato di Genova: "Il Genovese - storia di una lingua". Dal 19 settembre al 2 dicembre.



Post 4 ottobre 2017

Giöxîa è il corrispondente genovese di persiana in italiano (intesa come imposta, chiusura della finestra).
Giöxîa è anche scritto e pronunciato allo stesso identico modo del sostantivo che significa gelosia (pronunciato dZO:”Zi:a).
La connessione storico-linguistica tra la "persiana" e la "gelosia" pare stia nel fatto che la "giöxîa intesa come gelosia" anticamente indusse i mariti genovesi a chiudere le proprie mogli dentro le case per impedire loro di essere guardate da occhiate inopportune…non si sa mai che qualche mercante forestiero le seducesse!



Post 28 luglio 2017

Il termine massacàn, letteralmente “ammazza cani” in genovese significa muratore e ha diverse etimologie. Noi proponiamo quella secondo cui l’origine del termine risalirebbe ad una delle frequenti incursioni saracene verso la Repubblica di Genova. Si dice che un gruppo di muratori si trovasse in cima ad un ponteggio intento alla costruzione forse di un campanile . Data la loro altitudine riuscirono a scorgere nettamente in lontananza le sagome dei vascelli nemici per cui si sporsero rivolgendosi a terra e diedero l’allarme. Contemporaneamente iniziarono a gridare “Ammassae, ammassae i chen!” dove cani era rivolto agli invasori. Da quel giorno per traslato il muratore divenne "u massacàn"